Dietro le quinte di SANTA LUCIA - con i suoi occhi belli clicca qui
In occasione dell'eccezionale evento della ostensione del corpo di S. Lucia, il sindaco con ordinanza n.38 ha istituito il C.O.C. (Centro Operativo Comunale) di protezione civile.
E' attivo il servizio di pronta reperibilita' ai numeri: 0831768309, 3403977645.
E' online il programma della manifestazione "Santa Lucia con gli occhi suoi belli" da Venezia il suo Santo Corpo.
Clicca sulla copertina per sfogliare il programma della manifestazione
LUCIA, CON GLI OCCHI SUOI BELLI
Da Venezia a Erchie il corpo di Santa Lucia per l'ostensione dal 23 aprile al 2 maggio
Dante Alighieri la raffigura in Paradiso come nimica di ciascun crudele, più laicamente, oggi, la inseriremmo certamente nella top ten dei Santi, per numero di Comuni italiani devoti al martirio di Lucia.
L'ostensione del corpo della Santa nel Santuario del piccolo comune di Erchie, è certamente un evento di portata internazionale, al quale l'intero territorio guarda con ammirazione, rispetto ed ossequio.
La pervicacia del Sindaco Giuseppe Margheriti e dell'Amministrazione Ercolana, arricchisce di una nuova straordinaria esperienza le precedenti ostensioni delle Reliquie (omero del braccio destro) , giunte da Siracusa, città natale di Lucia, per concessione dell'Arcivescovo di Siracusa e volere della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, in occasione del gemellaggio che nel 2009 unì nel culto i cittadini delle due città.
L'esperienza , condivisa da 60.000 turisti pellegrini, e vissuta fortemente dai cittadini di Erchie, li spinse a richiedere al delegato del Patriarca di Venezia, presente a all'evento , la traslazione del Corpo.
A distanza di 5 anni, S.E. Mons. Vincenzo Pisanello, ha sostenuto la richiesta della sua diocesi e il Patriarca di Venezia ha concesso la realizzazione del desiderio.
L'intero corpo, protetto nella teca in cristallo, mercoledi 23 aprile 2014 alle ore 16.00, giungerà finalmente per la prima volta nella cittadina brindisina, direttamente dalla chiesa di San Geremia in Venezia nella quale è stabilmente conservato, salvo l'unica precedente traslazione a Siracusa nel 2004.
Dall'arrivo delle sacre spoglie, seguiranno sino al 2 maggio, numerosi eventi celebrativi in grado di catalizzare oltreché l'attenzione di fedeli devoti, anche un cospicuo numero di giovani attratti dalla figura di una donna, rivoluzionaria per i suoi tempi, quanto icona attuale dei nostri.
Carissimi Concittadini,
ci apprestiamo a vivere un evento eccezionale che aspettavamo dal 2009:
il Corpo di Santa Lucia sarà a Erchie dal 23 aprile al 2 Maggio.
Abbiamo fortemente voluto che tutto quello che è stato proposto avesse luogo e non possimo tirarci indietro proprio adesso. Non possimo dire che è colpa del sistema se non ci eleviamo al si sopra della nostra posizione, ma, forse , a volte , di un temperamento gregario che preferisce stare a guardare o piangersi addosso .
A volte la incapacità di progredire è generata solo da pigrizia e da una critica sterile e poco costruttiva, incapace di comprendere le più lontane implicanze delle azioni, ponendo in dubbio la buona fede degli altri; ma la probabilità di cadere nella lotta, non deve allontanarci dalla difesa di una causa che riteniamo giusta: Santa Lucia, tra noi, a Erchie per dieci giorni.
Ancora una volta sono a chiederVi collaborazione perché è riconosciuta verità che vi sia grande possibilità di successo quando si agisce all'unisono e l'obiettivo di ciascuna parte costituisca l'obiettivo del tutto.
Devozione, risolutezza e volontà di ferro sono alcune delle qualità che caratterizzano il popolo ercolano e che ora, sono indispensabili per l'evento che ci aspetta.
E' questo il momento che ci deve vedere impegnati nell'ascolto, nel confronto e nelle scelte organizzative e operative, fare il punto della situazione per ritrovare e rinvigorire risorse intellettuali ed etiche .
Non è facile, ma dobbiamo farcela perché i principi di buon governo e di buona cittadinanza non siano solo affermazioni teoriche ma espressione di un concreto modo di vivere e operare.
Ringraziamo il Nostro Vescovo S.E. Mons Vincenzo Pisanello, che ha tenuto a cuore e sostenuto il desiderio della Comunità Pastorale di Erchie e il Patriarcato di Venezia che ci ha concesso di realizzarlo.
Un grazie giunga al Rettore del Santuario , Don Franco Candita, per l'importante supporto prestato.
Ma , consentitemi di ringraziare Voi , Cari Amici, per il calore che da subito mi avete mostrato e che , al di là di tutto , credetemi , è molto importante per me.
E' il Vostro supporto il vero motore di tutto, è il segreto di ogni successo e lo stimolo per superare ogni insuccesso.
Conto su di Voi e sulla Vostra preziosa collaborazione , perchè si realizzi una piena sinergia tra Istituzioni Civili, Militari e Religiose e Cittadini.
La Vostra collaborazione per suggerimenti, proposte e disponibilità nella organizzazione dell'evento - dall'accoglienza dei pellegrini/turisti alle attività collaterali - e nel decoro e allestimento di strade e abitazioni , è indispensabile.
Chi verrà a trovarci conserverà un ricordo legato ai sensi, ai sentimenti, alle relazioni: lasciamo uscire il meglio di noi in questa occasione di incontro tra popoli accomunati da un'unica grande fede e viviamo intensamente questa esperienza di cambiamento.
Ho fiducia nel Vostro aiuto, l'ho potuto toccare, ne ero convinto e ne sono felice.
Giuseppe Margheriti
VIABILITÀ - INFORMAZIONI UTILI AI CONDUCENTI
Durante l' Ostensione delle Sacre Spoglie di Santa Lucia, la viabilità nell'area circostante il Santuario sarà oggetto di specifica regolamentazione.
Si consiglia, vivamente, ai conducenti di autobus privati, agli organizzatori di pellegrinaggi e a tutti coloro che verranno a venerare la Santa Martire, di contattare anticipatamente il Comando di Polizia Municipale per ricevere maggiori informazioni sulle eventuali limitazioni della circolazione.
Polizia Municipale di Erchie
Telefono 0831-767789 (feriali dalle ore 8.00 alle ore 13.00)
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
AUTOBUS
Il Santuario di S. Lucia è ubicato nel centro storico e le strade adiacenti non sono strutturalmente idonee alla sosta o alla fermata degli autobus .
Nelle aree sottoelencate è consentito lo stazionamento degli autobus:
• Zona "167"( pressi area mercatale);
• Via Pietro Micca;
• Via Puccini; Via Bellini ( zona Campo sportivo)
• Largo Calvario ( area non utilizzabile il 1° maggio)
Per la salita e discesa dei passeggeri si consiglia di utilizzare Largo Calvario oppure lo slargo viario nei pressi dell'intersezione Via Manduria/Via Vecchia Manduria.
Maggiori informazioni potranno essere richieste al Comando di Polizia Municipale ai contatti sopra riportati.
Una luce mai troppo forte e, sempre, un profumo di mille pietanze preparate con amorevole dedizione. Io, ragazzino, osservavo sul camino acceso, a casa di mia nonna, esposte una accanto all'altra, una dozzina di anforette con scritto S. Lucia e l'anno di riferimento.
Erano esposte con orgogliosa ostentazione di fede, simbolo di quei pellegrinaggi "ti li perdunanzi" affrontati all'alba di ogni secondo giovedì dopo Pasqua per 12 km, a piedi, fino al Santuario di Erchie. Un rito tanto ortodosso, per il significato, quanto festoso per la condivisione.
Lo stesso orgoglio della fede che, in altri tempi e in forme leggendarie, la Ragazza siracusana aveva ostentato. La santa, dinnanzi al proconsole Pascasio, contravvenne all'editto di Diocleziano, proclamandosi cristiana. Si cavò gli occhi con le dita, li offrì al suo pretendente che tanto ne era rimasto colpito e lo rifiutò per rispettare il suo voto di castità.
Fu uccisa con un pugnale inferto alla gola il 13 dicembre 304.
Nel sec. XI le sacre spoglie della Santa, ritrovate incorrotte, furono traslate da Siracusa a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace come dono all'imperatrice Teodora.
(Una teoria minoritaria vuole come destinazione Metz, in Francia, con passaggio dalla costa jonica salentina, zona di Hercle e Abruzzo).
Maniace sarebbe approdato sulla costa salentina per evitare il mare a sud di Otranto, dominio dei mussulmani e, rifugiatosi nelle boscaglie oritane, si stabilì insieme ai suoi soldati in un anfratto nella zona di Hercle.
Si diffuse la notizia della presenza delle Sacre reliquie e molti devoti iniziarono a visitare il luogo.
I monaci Basiliani che si erano stabiliti a circa 1 km di distanza, presso la grotta dell'Annunziata, accorsero per sistemare l'anfratto a cappella con intonaci e affreschi.
I pellegrini si presentavano sempre più numerosi, si diffusero notizie di grandi prodigi ottenuti per la divina intercessione della Santa. Maniace riprese il suo percorso.
Il casale di Hercle legava indissolubilmente il proprio destino alla figura della Ragazza siciliana.
Nei diversi secoli, la cappella e l'intera zona del casale subirono gravi danni a seguito di ripetute inondazioni e guerriglie.
Secondo una leggenda, all'inizio del 500 un vaccaro mentre pascolava le sue mucche nella zona della cappella in un periodo di grave siccità, notò che uno dei suoi animali spesso, durante il pascolo, si allontanava e, incuriosito, lo seguì. Si fece strada tra arbusti e cespugli e, giunto in un avvallamento, trovò la sua mucca che si abbeverava ad una fonte accanto ad una effige di S. Lucia, forse trasportata li da precedenti inondazioni.
Da allora, per i devoti, quella è la sorgente d'acqua "inesauribile e miracolosa".
Nel 600 i Vescovi di Oria che si avvicendarono si occuparono della sistemazione e del restauro del Tempio sottostante.
Venne scolpito un busto ligneo dell'amata Santa che un pellegrino devoto, con il ricavato della vendita di una chiusura d'olive, volle indorare per darne giusto decoro.
Nel petto del busto fu sistemata una reliquia proveniente da Venezia che, trafugata, venne sostituita da un'altra: un lembo di pelle. Il prezioso busto veniva gelosamente custodito in una cavità scavata nel muro, chiusa con serratura. Nel tempio seminterrato venne collocata una statua in pietra recuperata in una villa patrizia e riadattata per la devozione.
Nel 700 venne costruita la Chiesa superiore con lavori che proseguirono fino a tutto il primo ventennio dell'800. I lavori furono rallentati da nuovi crolli del tempio sottostante. Di questo si occupò un gruppo di muratori della vicina Francavilla; uno di loro, un certo Cionfoli, mentre smontava l'impalcatura fu travolto dall'ennesimo, inaspettato crollo.
Con l'obiettivo di recuperare la salma, si scavò per tre giorni, quando finalmente, tra gioia e stupori, il muratore fu ritrovato sano e salvo. Per ringraziare la Santa del miracolo ricevuto, lo stesso Cionfoli volle riprendere le fatiche per ultimare il Tempio interrato che, ancora oggi, trasmette quel profondo e sincero senso di gratitudine. Alte colonne e morbide arcate tramandano sentimenti memorabili.
A metà del 700 fu realizzata un'altra statua in pietra leccese che, poi, avrebbe trovato definitiva sistemazione nel tempio sottostante.
Si rincorrono le epoche, passano gli anni, i costumi, le generazioni ma non gli impulsi del cuore.Rumori, frenesia, ansie, paure d'oggi agitano la mente.
Entro nella Chiesa lasciandomi alle spalle il ritmo veloce della giornata; percorro l'unica navata accompagnato da simulacri divini posti ai lati; di fronte, mi accoglie il maestoso trono dorato della titolare.
Mi avvio verso la porticciola che dà alla grotta. La apro, proseguo. Pochi scalini irregolari, l'atmosfera di un'epoca inesorabilmente passata. Si apre una sala di piccole dimensioni; mi avvolge un silenzio assoluto, protetto da mura possenti, scalfite dal tempo. Affreschi ormai sbiaditi ma ricchi di storia celebrano la scultura che governa la stanza. Di fronte, un piccolo gruppo di anziane signore bisbiglia una catinella veloce, forse già preparata. L'atteggiamento è quello di chi confida un segreto ma con la convinzione che all'amata Lucia quella richiesta sussurrata con voce debole sarà sufficiente per capire le ansie e le paure del vivere d'oggi.
Si prosegue... una scalinata ripida, molto stretta, pareti anguste, luce fioca, sulle ultime pedate si apre un ambiente luminoso, austero, maestoso. Il sacro monumento padroneggia l'ampio locale, sovrasta due scalinate che si congiungono ai suoi piedi. Qui i fedeli hanno riposto i loro segni di speranze mai contaminate: coroncine di rosari, foto, lettere. Più lontano una lapide recita in latino: "O Lucia, tu ridoni la luce; tu, con la luce, togli, agli occhi bisognosi di luce, la notte priva di luce: (...) a.d. 1605".
Il silenzio, qui, è rotto dallo scorrere deciso e forte dell'acqua delle fontanelle davanti ad un'immagine che narra la leggenda della mucca. Una bimba si aggrappa con una mano al cancelletto, con l'altra tiene stretto "lu milicchiu" di terracotta, sulla sua spalla la mano protettiva di una vecchia signora. La bimba è allegra, raccoglie l'acqua della fontanella, orgogliosa e fiera dell'incarico. L'anziana pellegrina aiuta la sua bimba a richiudere l'anforetta per custodire il loro prezioso ricordo. Con l'intento di assicurarsi la divina protezione della Santa e un'espressione mistica, l'anziana accarezza i suoi occhi con la mano bagnata, poi ripete il gesto sulla piccola, a battesimo della sua devozione. Tra i capelli d'argento, raccolti con eleganza, uno sguardo commosso, la signora invita la bimba ad una preghiera insieme. Io le osservo e rivedo in loro una fotografia sbiadita, di tempi passati che mi è familiare.
Mano nella mano, poi, risalgono lentamente una grande scalinata che porta all'esterno, su un piazzale alberato, per raggiungere il loro gruppo.
Un ultimo sguardo, quasi rubato, in senso di commiato, poi il gruppo risale sul pullman. Mai un addio, sempre un arrivederci.